20 Settembre 2017: Ius Soli, la posizione ufficiale del MoVimento 5 Stelle
Nel ricordare il confronto “Ius Soli, Si o No”, domani Mercoledì 20 settembre alle ore 21, presso il Centro d’Incontro di via Lequio 36, Pinerolo, cogliamo l’occasione di ricordare la posizione ufficiale del MoVimento su questo tema, aggiornata al Settembre 2017.
IUS SOLI
SITUAZIONE
Ad oggi, la cittadinanza italiana al momento della nascita si acquisisce solo ed esclusivamente attraverso il sangue, cioè solo se si è figli di madre o padre cittadini italiani (eccezioni: il figlio di ignoti o di apolidi nato o trovato su suolo italiano). E’ il cosiddetto “IUS SANGUINIS” (diritto del sangue, l’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza in quanto figli di un genitore in possesso della stessa cittadinanza).
Esiste un altro modo per acquisire la cittadinanza al momento della nascita, vigente in diversi Paesi, in primis negli Stati Uniti, ed è il cosiddetto “IUS SOLI” (diritto del suolo), cioè la possibilità di acquisire la cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul territorio di un certo Paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
La scelta dell’uno o dell’altro modo dipende, naturalmente, da scelte politiche ancorate alle ragioni storiche e alle peculiarità geografiche di ciascun Paese.
L’ITER DELLA LEGGE SULLO IUS SOLI
Il testo, che introdurrebbe nel nostro ordinamento il cosiddetto ‘ius soli temperato’ per i figli di immigrati nati in Italia è in discussione da 13 anni e, a un anno e mezzo dall’approvazione a Montecitorio, è fermo in commissione al Senato, dove non è stato calendarizzato a causa di spaccature interne alla maggioranza. In questa legislatura, è stato discusso e approvato alla Camera a ottobre 2015 (il M5S si è astenuto), e si è poi insabbiato al Senato.
Il PD ha prima tentato di forzarne i tempi di discussione, cercando di inviarlo subito in Aula al Senato senza nemmeno avere finito la discussione in commissione, per poi accorgersi che non c’erano i numeri nella maggioranza. La forzatura, che non è giustificata da nessuna urgenza, ha chiari fini di strumentalizzazione politica. Piuttosto avremmo voluto vedere questa stessa sollecitudine per portare in Aula e approvare ben altri provvedimenti, quelli sì urgenti e che i cittadini aspettano, come quello sul reddito di cittadinanza e quello per l’abolizione dei vitalizi.
LA POSIZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
La riforma dello ius soli è una sòla. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere anche la cittadinanza europea. Un tema così delicato – che coinvolge 28 Stati membri e oltre 500 milioni di cittadini – deve essere preceduto da una discussione e una concertazione a livello europeo. Bisogna trovare regole uniformi perché la cittadinanza di un Paese dell’Unione coincide con quella europea. C’è dunque solo una cosa da fare: fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione europea, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento europeo e il Consiglio. Se Renzi fosse stato uno statista avrebbe approfittato del semestre di presidenza italiano dell’Unione europea per aprire un vero dibattuto europeo. Il Pd chiama in causa l’Europa solo quando gli fa comodo, solo quando bisogna salvare gli interessi nazionali degli altri, come avvenuto con la firma dell’accordo Ue-Turchia che ha chiuso la rotta balcanica dei migranti che portava direttamente in Germania. Discutere di cittadinanza agli stranieri senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi dei cittadini, è avvelenare i pozzi di una matura discussione politica. L’Italia non merita tutto questo. L’articolo 20 del Trattato di funzionamento dell’Unione europea dice: “è istituita una cittadinanza dell’Unione. È cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell’Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce”. Essere cittadini europei implica:
– il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
– il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiedono, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
– il diritto alla tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
– il diritto di petizione dinanzi al Parlamento europeo e il diritto di rivolgersi al Mediatore nominato dal Parlamento europeo.
– il diritto di scrivere alle Istituzioni o agli organi dell’Unione in una delle lingue degli Stati membri e di ricevere una risposta nella stessa lingua
– il diritto di accesso a documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione a determinate condizioni.
Concedere lo ius soli in Italia ha, dunque, delle conseguenze anche sulla vita civile e democratica di altri Stati membri. Sulla base di questo presupposto e secondo il buon senso, la cittadinanza andrebbe regolata in maniera univoca per tutti i Paesi dell’Unione europea, visto che una volta acquisita la cittadinanza di uno dei 28 Paesi si può risiedere liberamente in ognuno di questi. La Commissione europea è consapevole di questo, tant’è che – nella sua ultima relazione sulla cittadinanza dell’Unione – s’impegna a elaborare nel 2017-2018 una relazione sui regimi nazionali di concessione della cittadinanza dell’Unione agli investitori, prevedendo già un orientamento comune per tutti gli Stati membri. Ecco quello che serve: un orientamento comune a livello europeo. Non avventate fughe in avanti.
-Nel 2013 era stata presentata una proposta di legge a prima firma Giorgio Sorial sullo ius soli. Da allora, lo scenario europeo e internazionale è molto cambiato e riteniamo che ora il dibattito vada affrontato a livello europeo. Per noi sono prioritari i 20 punti del programma iniziale, oltre a quelli del programma che è in votazione attualmente, e lo ius soli non è tra le priorità nella scala dei problemi dei cittadini. Nonostante questo, riteniamo sia un dibattito importante e per questo vogliamo che venga affrontato nelle sedi opportune, che non sono solo italiane ma anche europee: chi ottiene la cittadinanza italiana, diventa automaticamente cittadino europeo.
IUS SOLI: NON ESISTE IN NESSUN PAESE EUROPEO
In tutta l’Unione Europea la cittadinanza si acquisisce principalmente attraverso il diritto di sangue, il cosiddetto “ius sanguinis”, lo stesso che si applica in Italia. In nessuno Stato europeo esiste, invece, lo “ius soli puro”, ossia il diritto alla cittadinanza per nascita. Vi sono diverse versioni che cambiano da Stato a Stato e che rendono temperato o più o meno rigido il principio di base, che rimane ovunque quello dello ius sanguinis. In Germania lo ius soli è temperato da paletti sostanzialmente rigidi. Il diritto di base che viene seguito per l’attribuzione della cittadinanza rimane quello di sangue, ma possono diventare cittadini tedeschi tutti quei bambini nati da genitori extracomunitari, purché almeno uno dei due genitori abbia in mano un permesso di soggiorno permanente da tre anni e viva in Germania da almeno otto. In Olanda, Francia, Belgio, Portogallo e Spagna, come in l’Italia, si applica sostanzialmente uno ius sanguinis con alcuni correttivi e lo ius soli è debole. in altri Paesi, non europei, lo ius soli esiste da sempre, ma si tratta di Paesi come Stati Uniti, Argentina, Brasile e Canada con una fortissima immigrazione ma, al contempo, con un territorio in grado di ospitare una popolazione maggiore di quella residente. Condizioni che in Europa non esistono. In Italia, tra l’altro, lo ius sanguinis è già temperato: la cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri e risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Al compimento del diciottesimo anno di età si può diventare cittadino italiano. Inoltre, la cittadinanza acquisita dai genitori si trasferisce automaticamente ai figli minorenni che, in Italia, sono sempre tutelati a prescindere dal loro luogo di nascita.
Il Parlamento europeo sta discutendo la riforma del sistema di asilo comune: un provvedimento necessario per l’Italia per condividere con gli altri Paesi europei le migliaia di domande di asilo che arrivano. Chiediamo che lo stesso dibattito avvenga per la cittadinanza parallelamente all’unica riforma che serve SUBITO all’Italia: la cancellazione del Regolamento di Dublino, un accordo illegale – come ha dichiarato anche l’avvocato generale della Corte Ue – e che ha trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa. Il Pd ritiri il pastrocchio dello ius soli e avvii una discussione nelle sedi istituzionali opportune, ossia quelle europee, per provare a trovare in materia di cittadinanza soluzioni veramente efficaci e uguali per tutti.
IL POST SUL BLOG
http://www.ilblogdellestelle.it/il_movimento_5_stelle_non_vota_lo_ius_soli.html
Quando l’Europa serve non c’è! Questa Europa la ricorderemo solamente per la Banca Centrale Europea, per l’Euro e per i vincoli che impone ai paesi più deboli, passando come un carro armato sui danni alle economie nazionali.
Ma quando si tratta di grandi temi, là dove si dimostra di essere o meno una comunità, ciascun Paese si chiude nei propri confini e viene meno alle sue responsabilità. Abbiamo indicato più volte che la gestione del fenomeno migratorio è questione europea, abbiamo preteso che tutti gli stati facessero la loro parte per l’accoglienza, ma siamo ancora al punto di partenza. In questo quadro desolante il PD pretende di portare in aula al Senato un disegno di legge contrabbandato per “Ius Soli”, cioè il riconoscimento del “diritto di cittadinanza in base al luogo di nascita”.
Tenuto nel cassetto per due anni da una maggioranza contro natura, che temeva scossoni al suo interno, oggi viene tirato fuori per dare un minimo contentino alla sinistra che Renzi torna a blandire, mentre coltiva l’eterno inciucio con il Pdl. Discutere di Ius Soli oggi avrà come unica conseguenza che il dibattito pubblico, su un tema così delicato, sarà deviato ed inquinato da becere derive propagandistiche, sia di destra che di sinistra, sventolato come un vessillo per radunare le proprie truppe e accusare gli avversari con motivazioni contrapposte, ma per nulla meditate e razionali.
Da una parte si agiterà la minaccia della sostituzione etnica o del terrorismo, dall’altra saranno usati i volti dei bambini ed i morti in mare per generare le emozioni più forti. Nel mezzo, schiacciati tra incudine e martello, rimangono il buon senso, la responsabilità, l’onestà intellettuale. Perché nulla ha a che fare questa legge con barconi o terroristi. C’è una sostanziale ipocrisia, perchè la cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri e risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito ed al compimento del diciottesimo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano, così come la cittadinanza acquisita dai genitori si trasferisce automaticamente ai figli minorenni che, in Italia, sono sempre tutelati che siano essi italiani o stranieri.
Quello che ci propinano è un pastrocchio all’italiana che vuol dare un contentino politico a chi ancora si nutre di ideologie. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere la cittadinanza europea, quindi un tema così delicato deve essere preceduto da una discussione ed una concertazione con gli stati dell’Unione Europea, per avere regole uniformi. Per questi motivi il MoVimento 5 Stelle, coerentemente con quanto già fatto alla Camera, sul tema dello Ius Soli esprimerà voto di astensione.
Il percorso della legge
È vero che la prima proposta di legge sullo ius soli risale al 2004. Il testo unificato nasce da una legge di iniziativa popolare e ben 24 disegni di legge di iniziativa parlamentare.
Il contenuto della legge
La legge modificherebbe l’attuale legge sulla cittadinanza (n. 91 del 1992). Le novità principali consistono in:
-una nuova modalità di acquisire la cittadinanza italiana per nascita (c.d. ius soli temperato): non basta nascere sul suolo nazionale per diventare cittadini, in quanto sono richiesti requisiti aggiuntivi posseduti da uno dei genitori;
-ottenimento della cittadinanza in seguito ad un percorso scolastico (c.d. ius culturae).
Quindi, in base a questo testo unificato può acquisire la cittadinanza italiana:
- chi è nato in territorio italiano da genitori stranieri, e almeno uno di loro è in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo;
- un minore straniero, nato in Italia o che ci ha fatto ingresso entro i 12 anni, se ha frequentato regolarmente la scuola per almeno 5 anni nel territorio nazionale;
- lo straniero che è entrato in Italia prima dei 18 anni e vi risiede legalmente da almeno 6 anni: a condizione che abbia frequentato regolarmente in Italia un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo, oppure un percorso di istruzione e formazione professionale.
Quanti sono i figli di genitori stranieri nati in Italia?
Quanti sono i figli nati da genitori stranieri in Italia e qui residenti? Secondo un calcolo de Il Redattore Sociale al 2014 erano tra i 750 e gli 800 mila.
Secondo l’Istat, nel 2015 in Italia sono nati altri 72 mila bambini da genitori stranieri. Ipotizzando una cifra simile anche per il 2016 – tra il 2008 e il 2015 la media è stata di circa 75 mila all’anno – possiamo azzardare una stima di oltre 900 mila stranieri nati in Italia che avrebbero accesso alla cittadinanza grazie allo ius soli.
A questi vanno poi aggiunti i bambini stranieri con meno di 12 anni che hanno frequentato le scuole per almeno cinque anni in Italia e quelli, under 18, che siano residenti regolari e abbiano ottenuto un titolo di studio o una qualifica professionale.
Secondo un rapporto del Ministero dell’Istruzione di ottobre 2015, l’ultimo disponibile, gli alunni stranieri nell’anno scolastico 2014/2015 erano 805.800, dalle scuole dell’infanzia alle superiori. Di questi, 360.266 non erano nati in Italia.
Insomma, il totale di chi avrebbe diritto alla cittadinanza italiana in base alla nuova legge dovrebbe essere anche superiore al milione.
Stranieri residenti in Italia: circa 5 milioni (8,2% della popolazione italiana)
Acquisto di cittadinanza: 130.000 concesse nel 2014
Migranti registrati in Italia da Gennaio a Luglio 2015: 116.000
Nuovi nati stranieri: circa 80.000 all’anno (15% del totale delle nascite in Italia)
Nuovi nati italiani: circa 450.000 all’anno, in calo costante (nel 2007 sono stati 500.000)
Tasso natalità
italiani: 8,2 per mille; stranieri: 18,9 per mille
Tasso mortalità
italiani: 11 per mille; stranieri: 1,3 per mille
Presenza di immigrati sul territorio nazionale: 86% tra Nord e Centro; 14% al Sud
Minori stranieri presenti in Italia: 1,5 milioni (maschi: 930.000; femmine: 570.000)
COSA AVVIENE IN ALTRE NAZIONI
- GRAN BRETAGNA
Cittadinanza
- (ius soli) a chi nasce sul territorio nazionale anche da uno solo dei genitori che sia già cittadino britannico al momento della nascita o legalmente residente nel paese (certificato “indefinite” o “right to abode”);
- (ius sanguinis) se almeno uno dei genitori è già cittadino, a sua volta non per ius sanguinis;
- (naturalizzazione) dopo 5 anni di residenza legale; se si è sposati con un cittadino bastano 3 anni di residenza legale.
- FRANCIA
Cittadinanza
- (ius soli) a chi nasce nel territorio da genitori entrambi francesi, anche naturalizzati;
- (ius soli) a chi nasce nel territorio da genitori stranieri, ha risieduto legalmente per almeno 5 anni dall’età di 11 anni e ne fa richiesta alla maggiore età;
- (ius sanguinis) ai figli di un cittadino francese, indipendentemente dalla nascita del genitore in Francia o meno;
- (naturalizzazione) dopo 5 anni di residenza, due per chi ha studiato in una “Grande Ecole” (facilitata per i cittadini di paesi francofoni).
- GERMANIA
Cittadinanza (Ius sanguinis, poi integrato)
- (ius soli) dal 1° gennaio 2000 a chi nasce sul territorio da genitori stranieri di cui almeno uno ha un permesso di soggiorno permanente da almeno 3 anni ed è residente da almeno 8 anni (occorre farne richiesta entro i 23 anni);
- (ius soli-sanguinis) dal 1975 i figli di anche solo un genitore tedesco, indipendentemente dal fatto che sia nato in Germania o naturalizzato;
- (ius sanguinis) dal 1999, i figli di un genitore tedesco, ma anch’egli nato fuori dalla Germania, su richiesta entro un anno dalla nascita;
- (naturalizzazione) dopo 8 anni di residenza legale e permanente, con autosufficienza economica ed esame di conoscenza linguistica (incompatibile con altra cittadinanza, salvo che per Paesi UE e a condizione di reciprocità; la frequenza del “corso di integrazione” riduce gli anni a 7);
- (naturalizzazione) dopo 3 anni dal matrimonio con cittadino tedesco.
- OLANDA
Cittadinanza
- (ius sanguinis) dal 1985 a chi nasce da padre o madre olandesi e sposati o da madre olandese non sposata, anche se nasce fuori dal territorio;
- (naturalizzazione) dalla maggiore età, con un permesso di soggiorno permanente, 5 anni di residenza ininterrotta (vigono diverse eccezioni), assenza di misure penali negli ultimi 4 anni, superamento di test linguistico e culturale;
- (naturalizzata semplificata, detta “opzione”) a chi nasce in Olanda, Antille olandesi o Aruba ed è residente dalla nascita o per 3 anni ininterrottamente; a chi è sposato con un cittadino olandese da almeno 3 anni (compatibile con altra cittadinanza).
- SPAGNA
Cittadinanza (Ius sanguinis)
- (ius soli-sanguinis) a chi nasce nel territorio anche da cittadini stranieri, di cui però almeno uno nato in Spagna;
- (naturalizzazione) dopo 10 anni di residenza legale, dopo 2 anni per i cittadini di paesi iberoamericani o con altri legami con la Spagna, dopo 1 anno in caso di nascita sul territorio o matrimonio con cittadino spagnolo.
- SVIZZERA
Cittadinanza
- (ius sanguinis) a chi nasce, nel territorio o fuori, da padre o madre svizzeri e sposati o da sola madre svizzera non sposata;
- (naturalizzazione) a chi ha un permesso di soggiorno permanente e vive nel territorio da 12 anni, parla una delle lingue nazionali e dimostra integrazione con lo “stile di vita svizzero”;
- (naturalizzazione semplificata) a chi è sposato da almeno 3 anni con un cittadino e risiede da almeno 5 e dimostra integrazione con lo “stile di vita svizzero”.
- STATI UNITI
Cittadinanza (Ius soli)
- (ius soli) a chi nasce nel territorio (salvo che sia figlio di diplomatici stranieri residenti);
- (ius sanguinis) a chi nasce all’estero da genitori americani e almeno uno è stato residente negli USA;
- (ius sanguinis) a chi nasce all’estero da almeno un genitore americano che ha vissuto almeno 5 anni negli USA prima della nascita, di cui almeno 2 dopo i 14 anni;
- (naturalizzazione) con la maggiore età ed un permesso di soggiorno permanente e si è vissuto negli USA per 5 anni (3 anni se il permesso è stato acquisito per matrimonio con cittadino americano).
Secondo un sondaggio del 15 febbraio di Mannheimer, lo ius soli piace solo ad un italiano su quattro. Tra i più critici sono i giovani e coloro che vivono nel Nord Ovest. Secondo questo sondaggio gli elettori del M5S appaiono maggiormente convinti dell’opportunità di legare la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati alla permanenza regolare in Italia dei genitori, ed esprimono questo parere al 56%.