Cota: porte aperte al nucleare!
La giunta Cota ritira il ricorso alla Corte Costizionale presentato dalla precedente amministrazione Bresso sul “ritorno” del nucleare per questioni di competenza. Ecco l’intervento del consigliere 5 stelle Davide Bono. Il presidente Cota non ascolta perchè impegnato al telefono a cose evidentemente più importanti…
Di Davide Bono
Lo scorso martedì è stata convocata una seduta straordinaria del Consiglio Regionale ad oggetto “Nucleare in Piemonte”, richiesto da tutte le opposizioni consiliari, moVimento 5 stelle escluso (e vi spiegheremo perché). La richiesta verteva, più che sulle scelte di politica energetica (il nucleare è una scelta fuori mercato, e soprattutto con l’apertura di tutti gli impianti installati e l’efficienza e razionalizzazione dell’uso energetico, non vi è bisogno di altri nuovi impianti che non siano realmente rinnovabili e distribuiti sul territorio, di piccola taglia, vicino ai consumatori), bensì sulle perplessità relative al ritiro, da parte della Giunta Cota, del ricorso della Regione Piemonte, presentato dalla precedente Giunta Bresso, sulla presunta incostituzionalità del dl sviluppo, n° 99/2009, che di fatto reintroduce il nucleare in Italia.
Recentemente è stato pure ratificato l’articolo 25 con norma di legge a titolo “Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonche’ misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell’articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99” e relativamente a tale dlgs., la Giunta Cota ha ben ritenuto che ciò sanasse i presunti conflitti di competenza tra Stato e Regione (le politiche energetiche sono di competenza concorrente secondo il Titolo V della Costituzione), quando invece sembrerebbe peggiorarla. Ma fin qui non ci spingiamo, riconoscendo il ruolo e la specifica competenza, che la Giunta Cota sembra negare, alla Corte Costituzionale. Ciò nonostante riportiamo gli articoli del detto dlgs. che sembrano confliggere:
all’art. 4 “La costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari sono considerate attività di preminente interesse statale confligge con le competenze della Regione
all’art.8 L’individuazione delle aree potenzialmente destinate alla localizzazione degli impianti nucleari segue i criteri tecnici, escludendo quindi dinieghi politici delle Regioni
all’art.11 comma 5. Il Ministro dello sviluppo economico, entro trenta giorni, sottopone ciascuno dei siti certificati all’intesa della Regione interessata, che si esprime previa acquisizione del parere del comune interessato; comma 6. In caso di mancata definizione dell’intesa…si provvede entro i trenta giorni successivi alla costituzione di un Comitato interistituzionale,. Ove non si pervenga ancora alla definizione dell’intesa entro i sessanta giorni successivi alla costituzione del Comitato, si provvede all’intesa con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, integrato con la partecipazione del presidente della Regione interessata; comma 7. L’intesa ovvero il decreto del Presidente della Repubblica operano anche in deroga ai Piani energetico ambientali delle Regioni interessate, quindi la Regione può partecipare e assentire, qualora non assentisse, verrebbe commissariata dal Governo.
Questa è l’idea di federalismo per cui i leghisti han votato per Cota Presidente, l’idea di maggior potere ed autonomia agli enti locali, in un’ottica di maggior sussidiarietà verticale? O è l’ennesima evidenza di un federalismo patacca, in un governo iper-centralista, che spalma solo i costi e centralizza (o elitarizza) i ricavi tra i soliti big dell’economia e della finanza? Cota, lei ora è Presidente del Piemonte e come tale deve difendere gli interessi dei suoi concittadini e non fare da cortigiano del Governo centrale: proprio per questo le rinnoviamo la richiesta di sciogliere l’incompatibilità di carica e quanto mai anche politica, lasciando l’incarico romano per dedicarsi completamente al Piemonte tutto.
Ci spiace constatare che il PD ha fatto troppo poco nella precedente legislatura per impedire il ritorno al nucleare e risolvere l’annosa questione della messa in sicurezza delle scorie nucleari presenti a Saluggia e a Bosco Marengo (per cui è stata aperta una nuova sottoscrizione popolare a cui anche il Gruppo Consiliare ed il moVimento parteciperanno per promuovere il ricorso al Consiglio di Stato dopo la bocciatura al TAR per la costruzione del deposito temporaneo in zona non adatta) e nel suo programma sosteneva gli investimenti in ricerca per il nucleare di quarta generazione una scelta insensata, nonché a livello centrale molti (tra cui Bersani e Testa) sono favorevoli al nucleare. Proprio per questo non ci sembra che si possano ergere a paladini dell’anti-nuclearismo e delle scelte energetiche a favore dei cittadini e delle aziende, vessati da costi elevatissimi dovuti ad una sostanziale mancanza di libero mercato.