RIFLESSIONI SULLA FRASE “NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA” e SULLE ACCUSE DI CRIPTOFASCISMO
Alcuni post e commenti usciti sul web in questi ultimi giorni meritano una riflessione approfondita sulle radici ideologiche che muovono la base del MoVimento 5 stelle, di cui orgogliosamente faccio parte.
Cercherò di utilizzare un linguaggio un po’ meno filosofico – letterario che troppo spesso caratterizza la comunicazione di certa elite-sinistrorsa (i monopolisti della cultura, mi piace chiamarli), non perché sia mia intenzione “parlare alla pancia” delle persone, ma molto più semplicemente perché, da un lato, non ne sarei in grado, mentre dall’altro ritengo che farcire un discorso di riferimenti e linguaggi troppo sofisticati non fa parte del mio modo d’essere e soprattutto non facilita la comprensione.
Dal punto di vista teorico confesso che l’affermazione più volte ripetuta da Grillo “destra e sinistra sono uguali” mi ha sempre lasciato perplesso. L’affermazione infatti porta in se almeno 2 tipologie di errori: il primo di carattere storico, il secondo, anche se più difficilmente argomentabile, di carattere antropologico. Storico perché è la stessa storia che ci insegna che governi di destra (diciamo di stampo liberale?) sono stati in passato ben diversi da governi di sinistra (diciamo di stampo socialista?), antropologico perché ho sempre notato una certa differenza negli stili di vita di chi si definisce di destra e chi invece di sinistra. Ma se analizziamo con ferma lucidità gli avvenimenti politici italiani degli ultimi anni il discorso cambia. Noto infatti che nel parlamento italiano vige una certa confusione: chi sono i liberali? E chi i socialisti? Il Partito Democratico ha ormai definitivamente sposato quelle che sono le teorie neoliberise di Friedman, dimostrando, fin dal governo D’Alema, una spiccata propensione verso le liberalizzazioni e le privatizzazioni di cui sono stati protagonisti indiscussi. Dunque abbiamo i liberali a sinistra, e la destra? Impegnata da anni più in una difesa degli interessi di Silvio Berlusconi che nell’approvare riforme, si è dimostrata totalmente incapace di difendere gli interessi di quel ceto medio, imprenditori piccoli e grandi, che naturalmente dovrebbero aderire ad un progetto di governo “di destra”. E che dire del federalismo? La Lega, formazione politica che maggiormente spinge verso una riforma di carattere federalista, ha dimostrato negli anni l’esatto contrario, fungendo proprio da stampella ai governi iper centralisti di Berlusconi, senza portare a casa nemmeno un risultato.
Oggi assistiamo ad una situazione parlamentare paradossale: PD, PDL e Terzo polo tutti insieme in appoggio al Governo Monti. La situazione si commenta da se. Tutti pronti a sostenere il salvatore dell’Italia, che non salverà niente ad eccezione delle banche e degli istituti di credito. E sorrido all’idea che i principali schieramenti politici italiani vadano a braccetto su aumento delle tasse e liberalizzazioni. Niente patrimoniali, niente tagli ai costi della politica, niente tassazione delle rendite finanziarie, niente tagli alla spesa militare, nessun ripensamento sulla realizzazione delle grandi opere. Insomma niente che potrebbe pestare i piedi a qualcuno di importante. Alla luce di tutto ciò, il vero problema dell’Italia non sarà certo la presenza in parlamento del MoVimento5stelle senza una precisa collocazione ideologica, e la sua deriva a destra (come prospettato da alcuni articoli di giornale di questi giorni), ma piuttosto la deriva centrista che ha caratterizzato il principale partito di sinistra italiano negli ultimi anni, e la mancanza di una destra che faccia la destra, conservatrice e liberale. In questi termini leggo diversamente le parole di Grillo “ne di destra ne di sinistra”, e sostengo con molta meno titubanza l’idea che PD e PDL siano veramente la stessa cosa, le due facce della stessa medaglia. E’ la situazione politica di questi giorni a confermarlo.
Ritengo a ragion veduta che in Italia esista un problema di democrazia. I risultati dell’ultimo referendum sono stati ignorati da tutte le formazioni politiche che compongono l’arco parlamentare e, ad oggi, non è possibile eleggere direttamente i nostri rappresentanti in parlamento. E’ chiaro che c’è l’interesse di tutti a mantenere lo status quo. I temi principali su cui il MoVimento 5 stelle ha fondato la propria azione politica sono molteplici, ma nessuno ha un carattere ideologico classico. L’attenzione ai beni comuni, la proposta di legge popolare “Parlamento pulito”, la voglia di partecipazione e trasparenza non possono che essere visti di buon grado da ogni cittadino di buon senso, sia esso di destra o di sinistra. Ed una cosa inoltre ho sempre notato con piacere nella base del MoVimento: l’attenzione agli stili di vita. Ogni singolo attivista ha ben chiara una cosa: il cambiamento generale della società italiana non può prescindere da un cambiamento generale degli stili di vita di ciascuno di noi. Ed ho sempre visto tutti gli attivisti dare il “buon esempio”. C’è un qualcosa nel MoVimento che si rifà alla filosofia gandhiana: “sii tu stesso il cambiamento che vuoi dal mondo”. Ed il cambiamento passa attraverso la cultura, l’informazione, la partecipazione al governo della cosa pubblica, l’educazione a stili di vita più sostenibili e meno impattanti sull’ambiente e sulla società stessa.
Un MoVimento dunque che non ha radici storiche, non ha struttura, e che non si rifà ad alcuna ideologia precisa è inevitabile che inglobi singoli elementi che invece una storia e un’ideologia in fin dei conti ce l’hanno. Ed è anche inevitabile che all’interno di esso vi siano elementi di diversità.
Personalmente ritengo che l’obbiettivo della nostra azione politica sia quello di riportare l’Italia ad un sereno confronto democratico, in cui le vecchie ideologie del XIX a cui i partiti si aggrappano per continuare a fare i loro interessi vengano abbandonate, in cui si rispetti la rappresentanza delle minoranze, e soprattutto si riporti il parlamento e l’Italia intera ad un livello di legalità accettabile, in cui i beni comuni siano tutelati contro la speculazione privata, l’attenzione per la persona e l’ambiente siano al centro di ogni azione politica, e chi ha contratto condanne definitive non possa sedere tra i banchi del parlamento. Io di fascista – comunista in tutto ciò non ci vedo proprio nulla. Vedo semmai una sterile campagna mediatica che tende ad evidenziare con solerzia tipica dei giornalisti servi di partito (di destra e di sinistra) ogni dichiarazione spavalda e fuori luogo di Grillo, che di errori in vita sua ne ha commessi, e non essendo “l’Unto del Signore” e nemmeno “Il Migliore” continuerà a farne, ma che fra gli altri meriti ha avuto quello di lanciare una provocazione, sfidando apertamente sul suo stesso campo il sistema bipolare italiano. Questa provocazione è stata raccolta da un numero elevatissimo di persone che hanno strappato con forza il proprio posto nelle istituzioni. Questa sfida fa paura a tutti proprio perché è incontrollabile, non catalogabile, non strutturata, lasciata troppo spesso all’iniziativa dei singoli. Un elemento di forte instabilità dentro il sistema. Ogni tanto derivano a destra e ogni tanto derivano a sinistra: un bel problema per tutti questi Grillini !!
Luca Salvai
MoVimento5stelle Pinerolo