LETTERA APERTA DI UN GRILLINO AD UN’ANTIFASCISTA DEMOCRATICO
LETTERA APERTA DI UN GRILLINO A UN ANTIFASCISTA DEMOCRATICO
“Il Partito Democratico, sempre così solerte nel dare lezioni di moralità e fare le pulci alla presentabilità degli altri, dovrebbe forse spiegarci quali sono le reali responsabilità della politica e dei suoi dirigenti locali nello scandalo derivati che sta travolgendo il Monte dei Paschi di Siena. Le ingerenze della politica nel mondo bancario sono ben note ed oggi persino il Corriere della Sera parla di “rapporto simbiotico” tra PD e Monte dei Paschi e parla di “nomine politiche” ricordando come la banca senese, controllata da una Fondazione, a sua volta è controllata dal Comune, noto feudo prima diessino ed ora democratico. Bersani in persona, prima ancora dei dirigenti locali del partito, avrebbe il dovere di dare qualche spiegazione agli italiani. I giochi di prestigio finanziari che Mussari è accusato di aver operato avrebbero infatti provocato un buco stimato in 740 milioni di euro, con pesanti ricadute sul bilancio dello Stato italiano che ha messo a disposizione i 3.9 miliardi per sottoscrivere i Monti-bond con i quali Mps farà fronte alle proprie perdite. Ricordiamo che questa cifra, 3.9 miliardi, ammonta esattamente all’intera rata dell’IMU prima casa: come spiegherà il PD alle famiglie dissanguate dall’IMU che quei fondi verranno sperperati per coprire le alchimie finanziarie delle banche democratiche? La vicenda di Mps mostra ancora una volta chi siano i veri responsabili di quella crisi che continua ad essere pagata da famiglie, lavoratori e giovani precari: le istituzioni finanziarie e la politica ad esse asservita. Il fatto poi che Consob e Bankitalia non abbiano mosso rilievi alle operazioni spericolate di Mps conferma ancora una volta che la tanto decantata moralizzazione della finanza è una fandonia, che certi organismi continuano a fare il bello e il cattivo tempo, che i risparmi dei lavoratori sono ancora e sempre giocattolo degli speculatori. Tutto questo in una banca storica, che vantava una secolare tradizione di solidità e onestà […]. Poi è arrivato il PD”.
Lascio a chi legge il gioco di scoprire chi ha pronunciato queste parole. Questo signore, autore di queste righe, che dovrebbe “tornarsene nelle fogne dal quale è arrivato”, purtroppo quando la mette su questo piano ha ragione. Ed è inutile e controproducente nascondersi dietro l’antifascismo militante, quando poi si lascia spazio a questo tipo di argomentazioni, che trovano presa nella gente non perché populiste, ma perché basate su problemi e fatti reali. Bersani gli risponda, se ne è in grado. Ma dirgli che deve tornarsene nelle fogne è controproducente. E non comprendere che è proprio la stessa politica, così solerte a definirsi antifascista, a creare le condizioni perché i c.d. fascisti del terzo millennio trovino presa tra la gente con argomentazioni simili è grave. E le dichiarazioni di noti esponenti PD sulla connivenza tra il Partito e le fondazioni bancarie sono barzellette che non fanno ridere! Purtroppo, e lo scrivo con immenso rammarico, il vostro riformismo neo liberista e post comunista allo stesso tempo, basato solamente sul debito e sul cemento (vedi Torino), è molto più pericoloso del loro nostalgico fascismo, proprio perché gli apre la strada, apre la strada al populismo vero, all’identificazione di un nemico (in questo caso le banche) da combattere senza distinzioni. Il problema è che le banche hanno sempre avuto e avranno sempre una funzione ben precisa e di estrema utilità: finanziare il territorio e le imprese che producono BENI REALI. La politica, ed in questo avete una grossa responsabilità, ha permesso che le banche facessero altro, vendessero derivati a Comuni e Regione (d’altronde i vostri amministratori ne hanno fatto largo uso, Bresso in primis), facessero speculazione pura con i soldi dei cittadini. Queste sono le conseguenze. La Finocchiaro solo ieri diceva che non è il Pd che ha firmato i derivati tossici. Forse la Finocchiaro non sa chi è l’assessore Peveraro (prima braccio destro di Chiamparino, poi di Bresso, e cosa ha fatto prima in Comune a Torino, poi in Regione). Potete dirglielo voi per favore? E che dire di Fassinoc’abbiamounabanca?
Chiamparino, il Sindaco più amato d’Italia che ha rinnegato definitivamente le sue radici ideologiche (aveva già iniziato Castellani) e ha fatto del “pragmatismo” il suo dogma, è passato nel giro di 2 mesi da debitore a creditore. Prima ha indebitato Torino così tanto da mettere un’intera città sul lastrico (per carità Torino è decisamente più bella!), poi diventa presidente della Fondazione bancaria che gli ha dato i soldi per fare tutto ciò che ha fatto. Vi sembra normale? E Bersani dice che il PD fa il PD e le banche fanno le banche! “…da sbellicarsi dalle risate”, direbbe Giosué alla mamma ne “La vita è bella”, per restare sul tema antifascista. Ed ora parte la svendita della città, inevitabile e venduta come unica soluzione possibile: dagli asili, a Smat, a GTT, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Pare che vogliano vendere perfino Piazza Bengasi (e forse l’hanno già fatto!). Una città che vende una Piazza… poteva succedere solo a Torino, fucina e laboratorio di questa ideologia neo-liberista targata PD che è riuscita, questo va detto, a dare alla città una spolverata moderna e turistica. Il problema è che le Olimpiadi, l’Ostensione della Sindone, la Metro, i centri commerciali e la costruzione di nuovi quartieri non sostituiranno mai la FIAT e il tessuto industriale che ha reso Torino e l’intera Provincia ricca nei decenni passati. La politica torinese di fronte a tutto ciò cosa ha fatto? Ha ubriacato i cittadini con Olimpiadi e quant’altro (il termine “ubriacatura” è dello stesso Chiamparino) e ha permesso alla FIAT di delocalizzare la produzione dove costa meno, senza dire nulla, anzi osannando i distruttori del sistema industriale Piemontese e non solo (vedi l’atteggiamento di Fassino in occasione del drammatico referendum di Mirafiori, uno schiaffo in faccia ai nostri padri che hanno lottato, solo pochi decenni orsono, per i diritti degli operai che oggi Marchionne calpesta). Oro colato per la nuova sezione di Alba Dorata che apre, non a caso, in barriera di Milano. Quartiere difficile, dove la privatizzazione di trasporti e asili si farà sentire con maggior forza sulle famiglie.
Detto ciò (ho divagato un po’), scrivo questo per dire chiaramente che non parteciperò più a nessuna iniziativa antifascista organizzata da chi ha legami stretti e affini con l’attuale politica c.d. di sinistra. Non parteciperò perché ritengo che il nascondersi dietro l’antifascismo senza se e senza ma in questo momento sia un’operazione falsa e tendente a sviare l’attenzione da quelle che sono le reali cause economiche e politiche dello sfacelo che stiamo vivendo. E’ il bello è che il tutto viene sempre condito (da voi democratici) da una spolverata di diritti e di tolleranza, con iniziative anche lodevoli, ma più che tutto simboliche (vedi l’Italia sono anch’io); una sorta di lavaggio di facciata di stampo socialista e filantropico, quando il motore vero dell’azione del Partito Democratico si può definire in molti modi, fuorché socialista. Governerete questo Paese con Mario Monti, e lo affiderete nelle mani di Christine Lagarde e Mario Draghi, che con le loro politiche di Austerity affameranno Enti locali e cittadini tutti, il tutto condito da una deindustrializzazione pesante dell’intero Paese, ormai peraltro già in atto da anni, e spolverato da briciole di diritti e tolleranza. Nascondersi dietro l’antifascismo militante è fuorviante per tutti. Occorre affrontarli a viso aperto e sul loro stesso campo di battaglia, con la cultura in primis, con la forza delle argomentazioni, e, perché no, con una buona dose di populismo, se questo è utile a togliere consenso a questi signori. Ma quando si è la causa stessa del problema, il tutto diventa più complicato.
Non credo di dover dare giustificazioni o spiegazioni a nessuno sul mio antifascismo. Sono antifascista per coscienza personale, per storia, e soprattutto per Costituzione (e lo siamo tutti). Ma soprattutto cerco per quello che posso di essere antifascista nei comportamenti (cosa intendo per questo lo spiegherò magari in un’altra occasione).
Cari democratici, evitate di domandarmi se mi dimetto perché Grillo non si definisce antifascista. Grillo sbaglia. Ma il piano della discussione politica, oggi, in questa campagna elettorale, non è e non deve essere questo. Qua Grillo ha ragione. Francamente faccio fatica ad accettare critiche e consigli da chi, anche a Pinerolo, ha dato e continua a dare gambe e fiato a questa politica che spiana la strada ai nuovi fascisti, facendo però trasparire sempre e comunque l’importanza di definirsi antifascisti: una sorta di etichetta sul cui significato, purtroppo, pochi oggi si interrogano. Se i fascisti prendono piede è anche colpa vostra, e l’articolo che ho riportato ne è la dimostrazione.
Prima ve ne andate a casa tutti, meglio è per l’Italia intera. La priorità è questa. Prima che vendiate quel poco che resta dello Stato per giocarvelo in Borsa (questo è populismo!!). Solo allora potremo nuovamente tornare a parlare di antifascismo, ovvero quando gli eredi della cultura comunista e socialista faranno veramente i socialisti/comunisti e non i neo liberisti tutto debito banche e cemento, e quando i liberali (quelli di destra veri) faranno i liberali, e non saranno più impegnati nella difesa (con modalità tipiche del tifo da stadio) degli interessi di Silvio Berlusconi. Una volta messo ordine, allora tornerò a fare la mia scelta ideale, dalla parte dei poveri e degli sfruttati, per una società che sia in grado, culturalmente, di includere e non di discriminare e respingere. E combatterò il fascismo e la sua cultura di odio e intolleranza verso il diverso con tutte le mie forze, culturali e politiche, insieme a tutte le altre nocività, come siamo sempre stati abituati a chiamarle. Il problema è che, ad oggi, una delle nocività principali restate voi. Il nemico del mio nemico non sarà mai mio amico. Ciò vale per i fascisti, ma, aimé, vale anche per il Partito Democratico. In questo non guardo più in faccia a nessuno, che siano essi amici di infanzia o amici di famiglia di lunga data. La vostra responsabilità è troppo grande.
Casa Pound, Alba Dorata e tutta la galassia neo fascista purtroppo per noi è composta da gente preparata, colta, determinata e che sa perfettamente come muoversi tra le miserie della vita quotidiana, create dallo smantellamento progressivo non solo dello Stato sociale, ma dello Stato inteso come istituzione. Uno stato che non garantisce i trasporti pubblici. Uno stato che non garantisce l’istruzione pubblica. Uno stato che non garantisce lo smaltimento dei rifiuti, che non ha un piano energetico. Uno Stato asservito alle fondazioni bancarie. Tutta roba già sperimentata a Torino, e la stessa classe dirigente Torinese ora si appresta a governare l’Italia (Fornero, Passera, Profumo, ecc…). Ci aspettano tempi duri e lotte violente, sotto ogni punto di vista. Occorre capire le ragioni profonde di una crisi che è prima di tutto politica, e che lascia troppo spazio ai nuovi fascismi, a nuove intolleranze, a nuovi fanatismi. Definirsi antifascisti e fare la tessera dell’ANPI non basta più.
Luca Salvai
PS: il virgolettato iniziale sono parole rilasciate in un’intervista dal candidato Premier di Casa Pound Italia, tal Simone Di Stefano. L’articolo intero è facilmente consultabile sul web. Grillo dice le stesse cose. E anche io. E, forse, il fatto che le stesse cose le diciamo anche noi, per la causa antifascista è un bene. Chi ha orecchie per intendere…