CIP 6
Riporto il resoconto della riunione che ha visto l’associazione Diritto al Futuro intervenire di fronte all’Authority per l’Energia riguardo alla Vertenza Nazionale CIP6. Ricordo brevemente che i CIP6 sono contributi pari al 7% della bolletta dei cittadini (oggi Certificati Verdi) dedicati alla sovvenzione delle energie rinnovabili. A causa di una “furbata” legislativa, sono però stati dirottati in gran parte verso impianti come inceneritori di rifiuti e di scarti petroliferi. Da qui la vertenza che chiede la restituzione ai cittadini dei contributi illecitamente versati (a proposito è aperta da tempo indagine della Commisione Europea).
L’Italia ha fatto poi marcia indietro escludendo i contributi per i nuovi impianti. Ma l’inceneritore di Torino è riuscito ad ottenere una deroga in extremis, grazie a intervento bipartisan di parlamentari PD, PdL e Lega. Correva l’anno 2009. Senza questi contributi illeciti (è ancora questione di denaro, si capisce), non staremmo neppure a parlare di questo impianto che è un attentato alla salute e all’ambiente e avremmo considerato soluzioni serie e più lungimiranti.
Segue il riassunto dell’audizione.
La Vertenza Nazionale contro i CIP 6: Un Successo
Presso la biblioteca del CNEL in Roma, lunedi e martedi scorso, si tenuti i due giorni di audizioni periodiche volute dall’AEEG.
Diritto al Futuro, unica associazione ambientalista presente, era iscritta tra i relatori. Gli interventi che ci precedono, probabilmente ispirati dalle vicende politiche innescate dalla presenza dell’articolo 45 nella finanziaria in corso di approvazione, evidenziano un denominatore comune nell’individuare nei sussidi di Stato, (CIP 6 e Certificati Verdi) un elemento di criticità insuperabile per lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili ed anzi, apertamente definiti dal dott. Colella di Federconsumatori veri e propri regali di Stato alle assimilate.
Giunto il turno di Diritto al Futuro, il Presidente Ercolini, con chiarezza e determinazione aggiorna l’Autorità sugli sviluppi della Vertenza Nazionale contro i CIP 6, l’avvio era stato annunciato lo scorso anno, comunicando che, dopo aver espletato i formali inoltri ai vari soggetti interessati, entro fine anno partiranno le prime cause. In molti prendono nota quando si comunica che la Vertenza è condivisa e sottoscritta, con tanto di delibera, anche da diversi enti locali (municipalita’, province e comuni).
La conclusione è riservata proprio allâarticolo 45 ed all’augurio che tutti gli ambientalisti che ripudiano gli inutili regali di Stato, sappiano prenderne spunto e trasformarlo in una proposta di Legge di iniziativa popolare con la quale azzerare l’attuale sistema e proporne uno alternativo veramente sostenibile. Successivamente al nostro intervento la parola è passata ai rappresentanti dei petrolieri che, senza sorprenderci, hanno manifestato posizioni diametralmente opposte alle nostre. Per quanto emerso dagli interventi ascoltati e l’apprezzamento manifestato dai presenti per il nostro, ci confermano che la strada intrapresa e perseguita da Diritto al Futuro è quella maestra e che la Vertenza Nazionale contro i CIP 6 è il nervo scoperto che nessuno, prima d’ora, aveva osato toccare.
20 luglio 2010
Bruno Ghigi
Referente per il Lazio di Diritto al Futuro