Commissione di Garanzia
Nel corso del primo Consiglio Comunale di Pinerolo il Consigliere Giorgio Canal, a nome del suo gruppo, ha chiesto di sapere se la maggioranza intende continuare una prassi in uso nelle ultime 3 legislature. Si tratta di far coincidere la Commissione di Garanzia e Controllo (la cui Presidenza è nominata dalle opposizioni) con quella nevralgica del Bilancio.
Dopo un acceso dibattito senza che una risposta positiva o negativa venisse data alla richiesta, la maggioranza rimandava alla riunione dei capigruppo la soluzione del caso. L’incontro c’è stato. I capigruppo si sono incontrati. La proposta della maggioranza è stata un si condizionato. La condizione posta alle opposizioni è quella che la convergenza sul nome del candidato deve essere unanime da parte di tutto il Consiglio.
Curioso che la maggioranza chieda unanimità su questa candidatura quando non è riuscita ad eleggere con questa formula nemmeno il Presidente del Consiglio. Andiamo a leggere che cosa è scritto nello Statuto comunale. “Le commissioni di garanzia e di controllo, ivi comprese quelle di inchiesta sull’amministrazione comunale e sugli enti da questa dipendenti, sono costituite da cinque membri. La presidenza di tali commissioni è assunta dal rappresentante eletto dalle minoranze con voto separato“.
Alla luce di quanto appena enunciato si evince che la proposta della maggioranza non è accettabile. La Presidenza della Commissione o è appannaggio delle opposizioni oppure non lo è. Vincolare l’accettazione di questa nomina al voto unanime di tutti i consiglieri è da considerarsi risposta negativa alla richiesta formulata. Non solo. Se accettata dalle opposizioni questo precedente rischia seriamente di diventare esso stesso una prassi e stravolgere il senso della norma statutaria (che a questo punto potrebbe venire cambiata per esigenze della sola maggioranza).
La più logica delle risposte a questo punto è quella di formare una Commissione di Garanzia e Controllo a tutto tondo come voluto dalla norma dello Statuto non vincolata al solo bilancio e capace di fare le pulci alla neo amministrazione su tutti i campi di lavoro. Del resto, se la maggioranza ti costringe a comportarti così, se non ha intenzione di percorrere la strada della “pacifica” condivisione, se guarda con sospetto chi non è aggregato nelle sue fila (e qui ci sarebbe da fare un bel discorso sulla fiducia che il PD nutre dell’IDV, dei Moderati e dell’UDC…), se si comporta come e peggio della sua controparte nazionale, se scambia stabilità con governabilità, il merito con il metodo, allora c’è poca possibilità di creare convergenze. Si arrangi pure come potrà. Dietro i banchi dell’opposizione troverà un gruppo compatto che non le farà alcuno sconto.
La decisione della maggioranza se reiterata è
-un insulto a tutti quei cittadini che non si sono espressi, con il voto, in suo favore
-un tecnicismo autoritarista
-una curiosa contraddizione.
Proprio il PD, l’UDC, l’IDV, e le altre forze della coalizione vincente alle ultime consultazioni elettorali pinerolesi contestano da anni questo stesso atteggiamento agli esecutivi guidati dall’attuale Presidente del Consiglio.
Insomma, si tratta del vecchio adagio. “predica bene, razzola male”.