Welfare sociale
La recente crisi sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19 ha sottolineato l’importanza di politiche tese alla tutela del benessere sociale dei singoli. L’attenzione alle esigenze delle persone, partendo dalle categorie più fragili, è base per la creazione di una rete sociale forte e coesa, perché nessuno rimanga indietro.
L’intero sistema dell’assistenza sociale spesso si regge sull’aiuto di una rete di volontariato molto radicata sul territorio e certamente efficace ad assistere, in moltissimi campi (dal sostegno economico all’assistenza sanitaria) amplissime fasce della popolazione. Alcuni servizi erogati fino ad oggi da Associazioni di volontariato hanno acquisito un’importanza strategica nel contesto cittadino, e oggi non ci si può in nessun modo permettere di perderli. Da qui nasce la necessità di affiancare in alcune attività oggi gestite prevalentemente da Associazioni di volontariato delle figure professionali che possano sopperire al lavoro volontario qualora questo dovesse venire a mancare. L’esempio dei modelli di gestione del “Centro Diurno” e di “Casa Annalisa”, in cui ai volontari è stato affiancato un operatore professionale, ha dimostrato un ottimo funzionamento. Tale modello è da replicare.
Occorre dunque lavorare per fornire una risposta adeguata a bisogni sociali sempre più specifici e diversificati affiancando alle Associazioni di volontariato operatori professionali nella gestione di servizi divenuti fondamentali nel sistema di assistenza della Città;
Lotta alla povertà, lavoro e politiche di sostegno al reddito
La carenza di lavoro sul territorio e le difficoltà delle fasce deboli che sono completamente fuori dal mercato del lavoro creano due tipologie di problemi da affrontare in maniera differente:
- persone potenzialmente impiegabili: creazione di un sistema territoriale di ricollocamento di lavori precari, in esubero o in NASPI, che miri al loro reinserimento lavorativo in altre aziende del territorio, anche colmando e finanziando, se necessario, percorsi formativi specifici da condividere con le aziende del territorio.
- persone fuori dal mercato del lavoro: in questa fascia rientrano coloro che per età (spesso vicina alla pensione), inabilità al lavoro, disturbi psichici o sociali importanti, possono essere beneficiari di politiche di sostegno al reddito nazionali ed essere inseriti in progetti di inclusione. Gli strumenti più efficaci, in questo senso, sono i Cantieri lavoro e le Borse lavoro, già ampiamente sperimentate dall’Amministrazione uscente.
Emergenza abitativa
“Nessuno deve dormire per strada”
Commissione europea
Già da diversi anni l’Amministrazione lavora al fine di fornire una risposta adeguata ai diversi livelli di necessità, dalla gestione emergenziale e via via più strutturata, fino all’assegnazione definitiva della casa. Inoltre, Pinerolo è stata parte attiva e promotrice del tavolo della “Rete di housing territoriale”, primo tentativo di coinvolgere e responsabilizzare i Comuni del territorio sulle problematiche legate all’emergenza abitativa.
Per quanto concerne il primo livello di accoglienza, legato a vere e proprie situazioni di emergenza improvvisa, un dormitorio notturno e l’unica risposta possibile e la più efficace. Tuttavia, la capienza del dormitorio di Pinerolo non è più sufficiente per rispondere ai bisogni del territorio, sia in termini di numero di posti a disposizione, sia di servizi adeguati.
L’obiettivo prioritario è pertanto quello di identificare un edificio ubicato in zona centrale in cui realizzare un dormitorio con caratteristiche strutturali e organizzative necessarie ad erogare un servizio adeguato, affiancando ai volontari personale professionale e qualificato e il CISS nella gestione della struttura. Nessuno deve dormire per strada non è solo uno slogan, ma un obiettivo realmente perseguibile.
Oltre al primo livello, occorre dare una risposta di tipo strutturale, mediante l’implementazione delle politiche di reinserimento abitativo già in essere.
Le azioni da intraprendere sono:
- replicare l’esperienza positiva del Social housing di “Casa Annalisa” in via Vescovado, mediante ricerca di immobili da destinare ad un livello di accoglienza abitativa maggiormente strutturato e duraturo (complesso dell’ex Casa del Fanciullo di via Luciano);
- mantenimento degli interventi di natura economica finalizzati al differimento degli sfratti, a sanare le morosità incolpevoli, all’integrazione dei canoni d’affitto e al sostegno all’avvio di esperienze abitative autonome;
- agevolare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi di edilizia popolare (ERP);
- controllo costante sui requisiti di assegnazione delle case popolari mediante censimento sull’occupazione degli alloggi;
- avviamento di progetti di innovazione sociale che prevedano percorsi paralleli di inclusione abitativa e lavorativa, associando alle strutture di accoglienza spazi destinati ad attività economiche (esempio: mensa / lavanderia / erogazione di servizi diversi…)
- avvio di un tavolo di lavoro con i comuni limitrofi sulla tematica delle persone senza fissa dimora e creazione di accordi con le Unioni Montane e il CISS per la gestione delle persone in emergenza abitativa.
Sostegno alimentare
Occorre proporre un sistema pubblico di gestione del supporto alimentare in affiancamento e sostegno alle associazioni ad oggi presenti.
Con l’apertura del “Posto Giusto” e grazie alla collaborazione dei soggetti che hanno contribuito all’avvio e al sostegno del progetto, si è riusciti a fornire una risposta immediata alle numerose persone senza fissa dimora presenti in Città e che trovano giornalmente nei locali di via Lequio un punto di ristoro e di riferimento. Alcuni utenti, approdati al Centro per ragioni di estrema necessità, con il tempo sono poi entrati in percorsi di inclusione sociale, in alcuni casi con ottimi risultati. Il modello di gestione rappresenta anche un sano esempio di economia circolare, grazie al sistema di redistribuzione delle eccedenze alimentari e dei pasti recuperati dalle strutture che hanno aderito al progetto. È pertanto necessario valorizzare questo servizio di solidarietà e “salva-spreco”.
Le azioni da intraprendere al fianco di quelle già in essere sul territorio consistono in:
- affiancare le associazioni di volontariato nella distribuzione dei generi alimentari e nella gestione delle strutture dove necessario;
- affiancare un servizio di distribuzione di generi alimentari all’attività già presente al Centro;
- includere nel percorso del recupero dei pasti e delle derrate alimentari dalle mense (ospedaliera, RSA, scuole) il recupero di borse della spesa sospese da ridistribuire.
Persone con disabilità
Occorre uscire definitivamente dall’ottica dell’assistenzialismo delle persone con disabilità e cominciare a parlare di sostegno, autodeterminazione e accompagnamento all’autonomia. Obbiettivi prioritari sono:
- Implementare piccoli gruppi appartamento per persone con disabilità media e grave, anche giovani, per permettere loro di sperimentare forme di vita autonoma
- favorire azioni finalizzate all’accompagnamento delle persone con disabilità e più fragili attraverso l’associazionismo e tramite accordi con il CISS finalizzate a realizzare progetti che favoriscano la domiciliarità rispetto all’inserimento in struttura;
- garantire occupazione per le categorie protette mediante il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali in un’indagine sull’occupazione delle persone con disabilità
- aumento, dove possibile, delle borse-lavoro per le persone con disabilità.
Una città inclusiva deve assicurarsi di essere pienamente fruibile. Ogni persona deve poter attraversare la città, visitarne i luoghi e viverne gli spazi in sicurezza, anche se affetto da disabilità. Pertanto, l’abbattimento delle barriere architettoniche è un obiettivo da perseguire sempre. Per questo si propone:
- la mappatura delle barriere architettoniche di Pinerolo;
- un piano pluriennale di lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
- istituzione di un servizio di Buoni Taxi.
Terza e quarta età
“Nessuno deve restare solo”
Le politiche sulla terza e quarta età che riguardano aspetti socio-sanitari non possono prescindere da una forte azione politica e territoriale che vede nel CISS e nell’ASL i due interlocutori principali con i quali realizzare due obiettivi principali:
- un reale sostegno alla domiciliarità delle cure: occorre creare un sistema di sostegni che permetta alle persone non più completamente autonome di rimanere in casa, vicino ai propri cari.
- la realizzazione di un sistema integrato di erogazione di servizi sanitari e sociali;
Alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione, è essenziale inoltre ragionare sulla creazione di progetti e percorsi di socializzazione e di cittadinanza attiva per contrastare la solitudine, poiché molti anziani si sentono, e sono, parte attiva della società. Per questo motivo le azioni da intraprendere sono:
- promuovere l’attività e riqualificare gli spazi dei centri sociali, nell’ottica della costituzione delle Case di quartiere;
- mettere in atto prassi di contrasto alla solitudine coinvolgendo gli anziani nei vari processi di cittadinanza attiva, di cura del territorio, di solidarietà, mettendo a valore esperienze di vita e capacità importanti;
- attivare una Banca del tempo che sappia mettere in contatto persone anziane, le loro competenze e i bisogni del territorio;
- sostenere le associazioni sportive che propongano attività specifiche rivolte alla popolazione anziana;
- attivare servizi comunali di facilitazione delle pratiche burocratiche rivolte agli anziani autosufficienti, mediante destinazione di specifici tirocini comunali per svolgere questo genere di attività;
- attivazione di uno sportello di ascolto per i familiari di persone con demenza o incapacità dovuta all’età.
- Prosecuzione del progetto Pinerolo città amica della demenza
Infine è fondamentale difendere e implementare il sistema delle RSA nel Pinerolese: per qualità della vita, microclima e tradizione, il nostro territorio potrebbe essere punto di riferimento di importanti investimenti nel settore. Le RSA, peraltro, forniscono occupazione a un numero elevatissimo di persone e, negli anni futuri, non subirà contrazione di domanda. Il rilancio del sistema di assistenza delle persone anziane, uno dei più fortemente danneggiati dalla pandemia, è un obiettivo imprescindibile e di altissima priorità, da perseguire anche con azioni forti nei confronti della Regione Piemonte.
Immigrazione
L’immigrazione è un fenomeno inevitabile determinato dalle evidenti disparità di concentrazione della ricchezza a livello mondiale, dal cambiamento climatico e da guerre sempre più frequenti e senza soluzione: la conseguenza è che persone, come hanno fatto per millenni, continueranno a muoversi in cerca di condizioni di vita migliori o per scappare ad una morte certa.
Oggi affrontare il problema dell’immigrazione significa fare una scelta: combatterla, ma è come impedire a un fiume in piena di esondare usando un cucchiaino, o provare a governarla, applicando il diritto internazionale e cercando di controllare un fenomeno umano che, se lasciato senza un’azione forte dei territori, rischia di trasformarsi in una grave causa di tensione sociale. Governare l’immigrazione significa dare una risposta forte ai bisogni di integrazione di famiglie generalmente fragili, prevenire eventuali situazioni di emergenza organizzando opportuni sistemi di accoglienza sul territorio, promuovere una cultura del rispetto del diverso e di integrazione soprattutto nelle scuole, il principale “laboratorio di integrazione sociale” tra culture e popoli diversi. Governare l’immigrazione significa anche dare visibilità alle persone invisibili, ovvero avere coscienza di un mondo sommerso fatto di donne e uomini invisibili, che non accedono ai servizi e che vivono spesso negli edifici abbandonati della nostra Città.
Particolare importanza assume il ruolo della scuola, in particolare la scuola primaria. L’istituzione oggi è teatro del processo di integrazione della prima generazione di bambine e bambini di immigrati stranieri approdati in Italia.
Infine, il tema del dialogo tra religioni rappresenta l’ultimo tassello sul quale costruire una cultura di pace che il territorio Pinerolose ha promosso e continuerà a promuovere.
- Coordinamento territoriale dei progetti di accoglienza: come già fatto in questo quinquennio con i progetti SPRAR
- Favorire una politica di integrazione nella scuole dell’infanzia e della primaria attraverso la promozione di una rete di solidarietà e aiuto tra le famiglie per l’accesso ai servizi (mensa, trasporti, pre- e post-scuola, nido, ecc..)
- apertura di uno sportello immigrazione, punto di accesso facilitato ai servizi comunali per le famiglie straniere appena arrivate;
- Racconto e cultura: l’esperienza costruita con la Giornata dell’Immigrato ha dimostrato come, ancora una volta, la cultura e la conoscenza sono semi importanti per una società coesa ed inclusiva.
- sviluppare partenariati per l’attivazione di corridoi umanitari che permettano l’ingresso controllato di alcune persone da inserire in progetti specifici già predisposti su territorio, in collaborazione con la fitta rete di Enti del terzo settore già attivi sui progetti SPRAR.
Pari percorsi
Una società più inclusiva ha bisogno di un nuovo “patto sociale di cittadinanza” tra istituzioni e cittadini, che garantisca tutte le persone, non più discriminate o di “serie b” ma con uguali diritti, tutele e libertà, e titolari della piena opportunità di concorrere, come comunità, allo sviluppo del territorio.
Eppure, si registra in Italia una crescita dei fenomeni di odio, omofobia, violenza, sessismo e razzismo che rendono urgente e non più rinviabile un’azione culturale forte. Questa azione deve partire dalle istituzioni pubbliche, tanto politiche quanto culturali.
La Città di Pinerolo può e deve svolgere un ruolo di primo piano nel garantire i diritti esistenti e nel promuovere una società più inclusiva.
- educare alle differenze. Per contrastare stereotipi, pregiudizi, discriminazioni e violenze, serve un intervento normativo ma anche uno formativo e culturale. Per questo, in linea con le proposte della rete nazionale “Educare alle Differenze” si sostiene l’approvazione di una legge nazionale per inserire in tutte le scuole percorsi di cittadinanza attiva volti a contrastare violenze e discriminazioni ed a promuovere una cultura della differenza, del rispetto, della parità
- favorire l’apertura di ludoteche, spazi di gioco e attività di lettura con orario esteso per facilitare l’occupazione di entrambi i genitori;
- sollecitare il Parlamento ad approvare una normativa che introduca l’educazione alle differenze e all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado;
- pari opportunità: creare servizi mirati per i bambini più piccoli, favorendo uno sviluppo professionale di tutte le persone, accompagnandole nel percorso di genitorialità, che non deve più essere un’alternativa alla carriera;
- parità di genere in ambito lavorativo: promuovere una sensibilizzazione volta a superare ogni tipo di discriminazione sul posto di lavoro.
Politiche sanitarie
La pandemia ha evidenziato come sia necessario:
- rivedere l’assistenza sul territorio
- rafforzare la rete dei servizi domiciliari
- potenziare il sistema della telemedicina
- ripensare alla collocazione degli ambulatori dell’ASL sul territorio;
Accanto al rafforzamento della rete di medicina territoriale, le azioni per il rilancio dell’Ospedale di Pinerolo dovranno essere evidenti, con forti azioni della Conferenza dei Sindaci del Distretto Pinerolese sulla Dirigenza dell’Asl To3 e sulla Regione Piemonte affinché all’Ospedale di Pinerolo sia garantita quell’autonomia sanitaria e organizzativa dall’analoga struttura di Rivoli, con un’equa ripartizione di competenze, risorse e professionalità.
- inserire ove possibile servizi di carattere socio-sanitario presso le Case del Quartiere mediante creazione di ambulatori, implementando così quella rete di assistenza di prossimità particolarmente utile alle persone anziane;
- garantire autonomia sanitaria e competitività all’Ospedale di Pinerolo: occorre che presso il nostro Ospedale vengano garantite tutte le prestazioni necessarie a soddisfare i bisogni di salute della cittadinanza. Non vengono richieste prestazioni ad alto livello di specializzazione, caratteristiche degli ospedali hub, ma tutte le attività di reperibilità collegate al DEA e tutti gli interventi che normalmente vengono eseguiti nella nostra Asl To3. Il nostro territorio ha una struttura e degli specialisti che possono garantire, se messi in condizione di lavorare con risorse e mezzi adeguati, moltissime prestazioni che oggi, invece, vengono svolte presso l’ospedale di Rivoli.