Valorizzazioni senza regole
A Pinerolo è ormai qualche anno che si discute di valorizzazioni urbanistiche.
Per valorizzazione urbanistica intendiamo quella procedura che, mediante una variante al PRGC, cambia destinazione d’uso a un’area (da industriale, per esempio, a residenziale). Chiaramente i terreni prima a destinazione industriale, divenuti edificabili, aumentano sensibilmente il loro valore. Operazioni di questo tipo sono state chieste da CORCOS, GALUP (poi ritrattata), PMT (prima con la variante di via Midana, adesso con l’area di via Martiri)
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Insieme ad altri Gruppi di opposizione abbiamo chiesto più volte che, prima di concedere i cambi di destinazione richiesti, venissero approvate delle regole precise UGUALI PER TUTTI e che da questo aumento di valore realizzato dai proprietari anche il Comune potesse guadagnarci qualcosa in termini di ONERI DI URBANIZZAZIONE AGGIUNTIVI.
La legge 106/2011 (contenente il c.d. Piano casa) ha introdotto importanti novità. La norma, infatti, facilita le c.d. valorizzazioni introducendo lo “strumento” del PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA alle norme generali sull’edilizia, che invece impongono la normale (e gravosa) procedura della variante al PRGC. Il permesso di costruire in deroga introdotto dalla L 106/2011è subordinato al fatto che i cambi di destinazione d’uso richiesti siano “COMPATIBILI e COMPLEMENTARI”, senza tuttavia definire cosa si intenda per “compatibile e complementare”. In questo senso anche le disposizioni regionali lasciano spazio all’interpretazione, demandata dunque ai Comuni (più precisamente ai Piani Regolatori).
Si pone dunque una questione: quando un cambio di destinazione d’uso è “compatibile e complementare”? Quando, dunque, per attuare una valorizzazione si può rilasciare il permesso di costruire in deroga (non soggetto per legge ad oneri aggiuntivi) e quando, invece, si deve ricorrere alla normale procedura di variante al PRGC (per cui è invece possibile richiedere oneri di urbanizzazione aggiuntivi)? La delibera comunale dovrebbe in primo luogo definire proprio questo. La bozza proposta dall’Amministrazione, invece, in maniera nemmeno molto elegante, demanda tutto all’Amministrazione stessa, riservandosi, con la formula “fatta comunque salva la discrezionalità delle scelte che l’Amministrazione comunale riterrà caso per caso di voler operare”, la decisione ultima se un cambio di destinazione d’uso sia “compatibile e complementare” o meno.
Senza una regola precisa, dunque, è l’Amministrazione stessa a decidere “caso per caso” se per un cambio di destinazione basta un permesso di costruire in deroga senza oneri aggiuntivi oppure una gravosa procedura urbanistica molto lunga e la possibilità di far pagare qualche onere in più ai soggetti che beneficiano di tale provvedimento.
Qualcuno potrebbe sostenere che, così facendo, l’Amministrazione si riserva la facoltà di decidere a chi concedere i cambi di destinazione d’uso e a chi no, e, in ogni caso, l’Amministrazione si sottrae dalla definizione di criteri oggettivi che definiscano inequivocabilmente cosa è lecito considerare “complementare e compatibile”.
Contemporaneamente alla presentazione della bozza di delibera, vengono presentati due permessi di costruire in deroga ai sensi della legge 106/2011 (tra cui la variante PMT).
Riteniamo, come ribadito più volte, che non vi sia alcun ostacolo nel permettere alla PMT di realizzare la valorizzazione sull’area di via Martiri, a patto che valgano le stesse regole per tutti e che vi sia qualche ricaduta positiva per la collettività. Entrambe le richieste sono state platealmente eluse dall’Amministrazione.
Auspichiamo che nella IV Commissione Consigliare convocata il 20 di settembre alle ore 18 la maggioranza voglia prendere in seria considerazione le proposte che verranno effettuate dai Gruppi di opposizione, per giungere all’approvazione di una delibera condivisa e soprattutto trasparente, che non lasci spazio ad interpretazioni che potrebbero portare a trattamenti ineguali nei confronti di soggetti richiedenti e nessuna ricaduta positiva sulla collettività.